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martedì 24 agosto 2010



Raggi più forti, le creme non bastano
Come abbronzarsi senza rischi
Troppo sole dimezza la nostra protezione genetica già a 15 anni

MILANO—Ognuno di noi ha alla nascita un suo capitale sole, un «tesoretto » protettivo scritto nei geni che consente alla pelle di abbronzarsi senza rischi né danni. Senza che le cellule subiscano mutazioni del Dna incompatibili con la loro salute. E, in tal caso, o si «suicidano » se va bene, o vengono eliminate dal sistema immunitario (la difesa dell'organismo) o si trasformano (se va male) in cellule tumorali. Ebbene questo «tesoretto » genetico, a causa dell'abbronzatura a tutti i costi e di radiazioni solari più «cattive» (perché non filtrate più dallo strato di ozono, leggi buco), oggi risulta già dimezzato all'età di 15-20 anni. E a 40 anni siamo praticamente «nudi» di fronte agli insulti solari. Un bambino che si arrossa troppo (la classica scottatura) i primi giorni di esposizione, che sia mare o montagna, spende parte dei suoi crediti protettivi verso un'invecchiamento precoce (rughe) o verso il rischio cancro. «I tumori della pelle sono i più diffusi, con 250.000 nuovi casi stimati all'anno in Italia. Le scottature aumentano il rischio del 50 per cento », dice Marcello Monti, responsabile della Dermatologia dell'Humanitas di Rozzano (Milano).

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